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l’aura d’aprile, e in cima ai flessuosi
pioppi trillava il rosignol, divino
235re della nota. Per le aperte imposte
girò gli sguardi; e in mezzo alle eminenti
pergole vide un guarnelletto bianco
ed una chioma in fior; vide una vaga,
men fanciulla che dea, simile in tutto
240all’ombra della Vita. Eri tu, Arbella,
tu, giovinetta Arbella; insigne figlia
dello scultore. Attratto in rapimento,
v’affisò gli occhi, e in sé trasfigurarsi
senti l’anima e il sangue. Una per una,
245corse alle statue, sue celesti amiche
in quell’ora di grazia: i santi piedi
n’abbracciò, lacrimando. E sulla verde
cima de’ pioppi il rosignol cantava
la rinascente gioventú dell’anno.