Tornan poi nel cavo grembo, 20quand’è notte, e in sonno blando
dormiam tutti, o fuori al nembo
o tra i fieni o in mezzo ai fior:
dormiam tutti, e tremolando
va il leúto e sona ancor.
25Chi ha desio del proprio arcano,
non lo cerchi ne’ pianeti,
ch’io ne’ segni della mano
l’avvenir gli scoprirò:
di Siviglia fra i roseti 30lessi i maghi, e l’arte io so.
Son Pachita; ho paggi e corte
nella bella Estremadura;
chi saper vuol la sua sorte
faccia presto e venga a me: 35oggi canto la ventura,
ma diman mi sposa un re.
Su! traete all’armonia
delle corde della fata,
che l’occulta profezia 40rassomiglia un venticel:
chi nol prende alla passata,
batte l’ali e va nel ciel.
Oggi zingana tapina
mi vedete a piú d’un segno, 45ma diman sarò regina,
sarò lunge assai da qui,
raccontando al mio bel regno
dell’Italia i dolci dí.