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tu re nascevi all’alito
dei cedri, al suon dei carmi;
ftír tue le vite, i codici,
20l’oro, le messi e l’armi:
tutto fu tuo. Dall’arbitra
sorte locato in trono,
per esser giusto e buono
che ti mancava, o re?
25E, quando primo i liberi
voti d’Italia udisti,
e sfolgoranti all’aere
i tre color fur visti,
del lungo ceppo immemori
30d’ebra letizia ardenti;
dimmi, o signor: due genti
non ti vedesti al piè?
Toccate allor le pagine
dell’Uno e Trino Iddio,
35giuravi tu: — La folgore
piombi sul capo mio,
se quel, ch’or dona ai popoli,
questa mia man riprenda!
E al sacramento attenda
40custode il mondo e il del. —
Or che hai tu fatto, o misero
spergiurator? Sull’ugne
de’ tuoi corsicr la polvere
delle lombarde pugne
45veder tremasti; e al vindice
Carlo il tuo brando hai tolto,
transfuga iniquo e stolto
dall’arca d’Israel.