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Basta accusar, come alla sacra guerra
sparvero i molti, e di vittoria degni
60furono i pochi, aimè! posti sotterra
Alta miseria il cominciar de’ regni
siffattamente! Eppur, tu meritavi
della fortuna tua ben altri segni,
re, vergogna dei re, gloria degli avi,
65che lá ponesti, alla fatai Novara,
corona e sangue, per francar gli schiavi;
ed or, dannato ad abbracciar l’amara
tua sorte, forse invidiando guardi
de’ tuoi compagni alla compianta bara.
70Ché sereno l’occaso è dei gagliardi,
nubilo il giorno di chi resta, e pieno
di pronte colpe e di rimorsi tardi.
Ma tu non ti accorar. Crescono in seno
dell’artefice tempo altre giornate;
75e il sangue effuso sul natio terreno
per la sacra ragion di libertate
germina brandi. O vedove deserte,
per lo nome di Dio, non lacrimate!
Vergini care, si per tempo esperte
80dello infortunio, in piú serene sfere
date le penne alla speranza aperte!
E voi di luce, o squallide bandiere,
circondatevi ancor; né sella o morso,
per Dio, si tolga all’italo destriere!
85L’angelo della vita affretta il corso
per le plaghe del mondo, e, sin che resti
di schiavi un nodo, non dará retrorso.
Grida tremende i popoli calpésti
mandano al cielo, e la giustizia eterna
90giá si circonda di funeree vesti.
E nel furor la sua bilancia imperila,
e pesa i dritti adulterati e i sacri,
e abbraccia Abel dove Cain prosterna.