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284 viii - da «storia e fantasia»



     E intanto abbonda un secolo
dai súbiti guadagni:
lupi in mantel di pecore,
tigri col cor di ragni;
60baci di Giuda e accenti
misti di mèle e fiel;
               mille villosi apostati
per il piattel di lenti;
liberti e berovieri,
65spadoni e giocolieri,
posti tra il boia e il ciel.


     Pago è nessun del tacito
lare in che Dio lo pose:
invidia il ghiro all’aquila
70le sommitá nembose;
gitta la scarpa vecchia
e armeggia il ciabattin;
               ogni milenso è un Cesare,
che al Rubicon si specchia,
75ogn’Ancia una Metella,
un Tullio ogni Brighella,
un Gracco ogni Arlecchin.


     Chi puttaneggia in ciondoli
col dado e la fortuna;
80chi stupra le effemeridi,
chi l’aula e la tribuna;
chi sgombita, chi pesta,
chi mente e in alto va;
               chi strepita, chi rampica
85dell’altro sulla testa;
chi porta senza impaccio
Cristo e Barabba in braccio,
e corna a chi noi fa.