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272 viii - da «storia e fantasia»



     175Leva la fronte e guardami,
me, tua suprema stella.
Dimmi: è bellezza umana
che al par di me sia bella?
Forma caduca e vana
180io come voi non son.
               Non mi fa ’l tempo scherno,
vivo alle colpe strana,
e per le sfere eterno
va di quest’orma il suon.


     185Le fresche aurette e i balsami,
che da me tutta io mando,
come su caro estinto,
io sopra il cor ti spando,
perch’ei ti sia ricinto
190di lume e gioventú;
               ché tu, qual poi, tal prima,
sempre d’amor m’hai vinto,
e notte e giorno in cima
de’ miei pensier sei tu,


     195e teco io son nel sibilo
de’ pini alle montagne,
nel suon della cascata,
nel rosignol che piagne,
in grembo alla rosata
200nube, al morente sol.
               La musa ed io siam pari;
una dall’altra amata;
abbiam gli stessi altari,
la stessa luce e il vol.