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vii - ricordo 257



     Fuor dei rumor del mondo
come uno spettro io vivo,
15quasi di Dio son privo,
o il sol mio dio sei tu.


     Sinché in te vidi, Erína,
della mia vita il segno,
felice pellegrina,
20tutto la musa ardi.


     Or del tradito ingegno
la prima luce è spenta:
sol l’ombra tua tormenta
i miei deserti dí.


     25Quando il tuo nome ascolto,
quando altra donna io vedo
che a te somiglia, il volto
mi sento impallidir.


     Spesso obliarti credo,
30usi cangiando e tempre;
ma tu sei meco sempre,
mia luce e mio martír.


     Meco, se il duol lusingo
coll’elegia pensosa;
35meco, se invio solingo
per densi calli il piè;


     meco nell’ombre hai posa;
col sol ti desti meco;
spirto lucente o bieco,
40sempre tu sei con me.