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218 vii - dalle «passeggiate solitarie»

dei miti aprili,
passano, volano
280veltri e fucili;
e per le selve,
nei cavi spechi
le canne tuonano
sopra le belve.
285Del suon dei corni
squillano gli echi;
di caccia adorni
zaini e carnieri,
ecco i bracchieri
290con l’ansie mute
vincer le acute
punte, ravvolgersi
pei greppi infidi,
balzar sui penduli
295sassi omicidi,
ogni aspro salto
spiccar dall’alto,
vincere i triboli
d’ogni sentier.


     300Ma, quando fervida
suoni la ruota
de’ cocchi, e gli erti
balzi si rompano
in calli aperti,
305verranno a stringerti,
naiade ignota,
de’ tuoi sí limpidi
laghi al tepor,


     quanti si piacciono
310di queste stanze,
dove piú facili