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216 vii - dalle «passeggiate solitarie»

quelle onde nere?
215Perché le lievi
mobili aurette
muti in bufere?
Qual ti promette
mercé la Invidia,
220se ne’ tuoi vortici
naufrago andrò?


     Ma non son vele
cedenti e fragili,
cui movi guerra,
225lago infedele;
non corde e gómene,
non remi ed alberi
tolti dal vergine
sen della terra.
230Lieve una spira
di fumo ondívago
castiga l’ira
che ti agitò.


     Odi che il sibilo
235de’ venti sfuma;
tinta è dall’iride
l’orrenda schiuma;
dei lati gurgiti
l’arco in sé piomba,
240la tigre indomita
fatta è colomba.
Cosí mi allegri
gli occhi e lo spirito
conca diafana,
245lago gentil!