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124 iv - dalle «ballate»



     105E i più bei fiori ell’ebbe, i piú bei frutti;
l’amò sui monti, l’adorò sull’acque.
Ei fu tutto per lei, nulla per tutti...
                    Ed ella tacque!


     Morîro, e in premio dell’amor profondo,
110posson trovarsi nel giardin natío;
se due morti ritornano nel mondo.
                    Cosí vuol Dio.


     Ma il pensiero di lui fu traviato.
Ella versò d’amari pianti un rio,
115e in ciel fu tolta; ed egli è condannato.
                    Cosí vuol Dio.


     Che se aveva egli pur, siccome ell’ebbe,
e terrori e rimorsi e sentir pio,
anche forse per lui stato sarebbe
                    120pieghevol Dio.


     E, invece di venir sulla tacente
ora a scambiarsi il tormentoso addio,
vivrebbero abbracciati eternamente
                    lassú con Dio. —


               125Via per le tremule
          vòlte stellate
          piú malinconica
          la luna errò.


               E il lieve e lucido
          130stuol delle fate
          nel mar dell’aere
          si dileguò.