avviene, se mangiasse un sol grano di sale, che si fa dì
quell’acqua: e però gli uomini, che passano per que’ deserti
si portano dietro dell’acqua: ma le bestie ne bevono per forza costrette dalla sete e subito patiscono flusso di corpo. In
tutte queste tre giornate, non si truova pur un abitazione
ma tutto è deserto, e secco. Non vi son bestie, perchè non
hanno, che mangiare: e nella quarta s’ arriva ad un fiume
d’acqua dolce 3 il quale scorre sotto terra, e in alcuni luoghi
vi sono certe caverne dirotte, e fosse pel scorrere del fiume,
per le quali si vede passare ^ qual poi subito entra sotto terra, nondimeno s’ ha abondanza d acqua. appreso la quale i
viandanti stanchi per l’durezza del deserto precedente ricreandosi con le loro bestie si riposano. 125 Nell’ultime tre giornate trovasi come nelle tre precedenti; e nella line si trova la
città di Cobinam.
C A P. XIX.
Della città dì Cobinani, e delli specchi di acciaio ) e dell’
Andanico, e della Tuzia, e Spodio che si fa ivi.
Cobinam è una gran città, la cui gente osserva la legge di
Macometto dove si fanno li specchi d’acciaio finissimo molto
belli, e grandi. Vi è anco assai Andanico e ivi si fa la Tuzia,,
la qual’è buona all’egritudine degli occhi ^ e il Spodio ^ 126 in
questo modo. Tolgono la terra duna vena, eli’è buona a
quest’effetto, e la mettono in una fornace ardente, e sopra
la fornace sono poste graticcie di ferro mollo spesse, e il fumo, e r umor che ne viene, ascendendo s’attacca alle graticcie, e raffreddato s’ indurisce e questa è Tucia, e il resto
di quella terra e che rimane nel fuoco, cioè il grosso, che,
resta arso è il Spodio.
125. Per quanto la via diverga per andare dal Karman a Y’ezd passando
per K/iebis, si ravvisa che qui si dirigono i viandanti per cercarvi un ristoro nel pe-,
no.so tragitto del deserto che in niuno altro luogo troverebbero.
126. Intorno alla Tuzia, e allo Spodio (Vedasi Voi. i. p. 24. not.);