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adorano gl’idoli, e hanno lingua da per se. Quivi non nasce pepe, nè zenzero, ma incenso in gran quantità, qual non è bianco, ma è come nero. Vi vanno molte navi per levare di quello, e di molte altre mercanzie, che quivi si trovano. Si cavano molte mercanzie, e massime di cavalli per tutta 1 India, alla quale ne portano gran quantità. CAP. XXX. Del regno di Cambaja 915. Questo è un grau regno verso ponente, il qual ha re, e favella da per se. Non dcinno tributo ad alcuno. Adorano le genti gl’idoli, e da questo regno si vede la stella della tramontana più alta, perchè quanto più si và verso maestro, tanto meglio ella si vede. Si fanno quivi molle mercanzie, e vè indaco molto, e in grand abbondanza. Hanno boccascini, e bambagio in gran copia. Si traggono di questo regno molti cuoi ben lavorati per altre provincie, e da quelle si riportano, per il più oro, argento, rame, e tucia 916. E non v’ essendo altre cose degne da essere intese, procederò a dir del regno di Servenath. 915. Cambaja, e secondo i tre rammentati testi, della Crusqa, il Parigino, e il Ri<;<,ardiano Combuct, regno detto dagl1 italiani Cambaja> distinto au^he ai tempi del Barbosa da quello di <juzerat (V. u.909). Nel parlare Marin Sanulo dei trafilici del mare Indiano dice » Hoc vero Oceanurn mare in illis partibus habet principaliter y duos portua.Quorum uiiua nominatili’ Afahabar et alter Cambeth, in quibus major ’ pars apeciariae, et mercimoniorurn, quae ab illis partibus Indiae, ad dictos duos t poi tua deacenduril et in navigia honerantur ec »(Gest. Dei per Franco« t. II.p.22) Carnbajet est inter maritimas Indica», quo contendunt mercatore«. Sunt ibi quo9 qu< Moslemi... est ad sinum mari«. Ijua longitudo est trium dieruni: urbs pulera major al Maawah, lateribus constructa, incoia« habens Moslemos: profert marmor album: habet parum hortorum (Abulf. Geog. p. 271). Nella Geografia Nubiense cosi è descritto questo regno. » Kambaja distat a mari tiibus passuum millibus: estque urbs per se formosa, et ex ipsa videre licet nave« proficiscentes, v alias portum in ipsa capiente«. Po««idet opea, atque merce« quam plurima», unv dique ad illam advccta«,quae deinde in parte« universa« distribuuntur.Eadem pi e’ terea sita e«t ad flurnen, per quod nave« ingrediuntur et anchoras jaciunt. Aquaa 9 abundat, imminetque illa arx munita (Liber. Rei. p. fio). 916. ’Lucia (V-1. I. p- n).