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ino, clic trovasse gl’idoli, e l’hanno per nn’nomo santo. Costui fu figliuolo 869 cT un re di quell’isola, e si dette alla vita solitaria e non voleva, nè regno, nò alcuna altra cosa mondana, ancorchè il padre con il mezzo di bellissime donzelle, con tutte le delizie che immaginar si possa, si sforzasse di levarlo da questa sua ostinata opinione, ma non fu mai possibile, di modo che’l giovane nascosamente si fuggì sopra questo altissimo monte, dove castamente, e con somma astinenzia finì la vita sua. E tutti gl’idolatri lo tengono per santo. Il padre disperato, ne ebbe grandissimo dolore, e fece fare un’immagine a similitudine sua, tutta d’oro, e di pietre preziose, e volse, che tutti gli uomini di quella isola l’onorassero, e adorassero come Iddio, e questo fu principio dell’ adorare gl’idoli 8?°, e gl’idolatri hanno questo Sogomonbarchan per il maggior di tutti gli altri. E vengono di molte parti lontane Shakmuen e Shakmuny, e reputa che da detta voce cui aggiunse il Polo l’altra Mogolla o Tartara Barchan o Burchan che significa Divinità, ne componesse il Polo il nome Sogornonbarcan. Ciò si rende tanto più probabile dal leggersi nel Testo da noi pubblicato Sergami Borghani. Tale congettura è molto più fondata di quella che io feci nel commento al Testo della Crusca (p. 184. n. d.). Burhhnn secondo Pallas i Calmucchi, e i Mogolli seguaci del culto di Lama appellano i loro numi, perciò è voce che può essere aggiunta al nome di qualunque pretesa divinità (Voy. en Russie t. II. p. 199.). Leggesi nel viaggiatore che narrano quei popoli, che il loro gran Burkhan Shakmuny fu il fondatore della setta dei Lama, e scese in terra per predicarla a trentuna nazione, ma disgraziatamente ciascuna ascoltò, c interpretò a sua guisa la sua predicazione. (ibid. p. 207.). 869. Costui fu figliuolo. Molto si è sognato intorno a Budha o Budda dagli eruditi moderni. IIP. Giorgi vuole che sia Manete o un suo discepolo. Gl’Inglesi di Calcutta dicono che Budda secondo gl’Indiani è la nona incarnazione di Vishnu. Altri dissero che fu un ateo, e novatore del culto Indiano. 11 P. Paolino seguace del sistema di Gulielmo Jones e di altri che vogliono che siavi una perfetta analogia fra le deità Greche e le Indiane lo crede Mercurio (Syst. Brham. p. 154) • Ma secondo gli Orientali, e il Polo, c un uomó deificato (V. t. 1. p. 186 n.). 870. Fu principio dell’adorare gl’idoli. Si legge nel nostro testo; e di questo sono discesi tutti gl’idoli.Sì ravvisa che il Polo avendo letto nel Libro della Sapienza. » Acerbo eniin luctii, dolens pater, cito sibi rapti filii fecit imaginem, et illum qui tunc quasi homo, mortuus fuerat,nunc tamquam deum colere coepil, et constituit inter servos suos sacra, et sacrificia.... Et haec fuit vitae humanae deceptio: quoniam aut affettili autregibus deservientes homines, incomunicabile nomij» ne,lapidìbus et lignis imposuerunt». Sapendoadunque il Polo quanto antica iosse 1 idolatria degli Indiani, avendo udilo raccontare che il padre di Budda volle del morto figliuolo fare adorare le immagini, credè che di lui si parlasse nel Libro della «Sapienza, e che esso desse il primo esempio dell’idolatria ai mondo (Liber.Sapiem e. xr\.).