riverenza di tal idolo, e immediate tutti i suoi parenti, e amici
lo pongono sopra una cattedra con dodici coltelli ben ammollati
e taglienti, e lo portano per la citta esclamando: questo valente
uomo si va ad ammazzar se medesimo 816, per amor del tal
idolo. E giunti al luogo dove si dee far giustizia, quel che dee
morire piglia due coltelli, e grida ad alta voce: io m’ uccido
per amor di tal idolo, e subito in un colpo si darà due ferite
nelle coscie, e dopo due nelle braccia, due nel ventre, e due
nel petto. E così ficca tutti i coltelli nella persona, gridando ad
ogni colpo: io mi uccido per l’amor di tal idolo. E poichè
ha fitti tutti i coltelli nella vita, l’ultimo si ficca nel cuore, e
subito muore s,7. Allora i suoi parenti con grand’allegrezza abbruciano quel corpo, e la moglie immediate si getta nel fuoco 818,
lasciandosi abbruciare per amor del marito: e le donne, che
fanno questo, sono molto laudate dall’altre genti, e quelle che
non lo fanno sono vituperate, e biasimate.
Questi del regno adorano gl’idoli, e per la maggior parta
adorano buoi, perchè dicono che -il bue è cosa santa, e niun
816. Ammazzar se medesimo. Dice il B. CHorico (Hist. p. 5q.). » Sunt etiarn
aliqui, dicentes, se ipsos prò deo suo interficere velie, ad quos parentes omnes, et
’ amici, omnesque istriones contradue illius veniunt, ut ci fcsiutn furiant, quia
prò deo suo mori intendit. Appcndunt ergo ud ejus collum quinque cultellos
acutissimos, ipsum cum magnis cantihus antecedimi. Tunc ante jdolum stuns,
unum accipit ex cultcllis, et alta voce clumat: prò deo meo incido cameni mearn,
t sicque incidit de carne sua ubi placet, eamque prohirit in faciem ydoli, dicens;
mori piomitto prò deo meo, et sic tan em ibi se interficit. Ipso ergo mortuo, statim corpus ejus comburitur: crediturque ab illis sanctum esse ».
817. (V t. I. p. 173. n. a).
818. La moglie.... si getta nel fuoco. Osserva il Carlctti essere le femmine
Indi anc gelosissime; e fieramente sdegnate, c se is< uoprono alcun fatto clic loro dispiaccia appigliarsi alla vendetta, la quale non è meno che avvelenare l’amante:
e che in passato usarono anche avvelenare i mai iti: » e questa corruttela (ci sog’ giunge) aveva preso tanto piede nel paese, che per ¡sradicarla dicono che s’introducesse una legge inviolabile tra gl’indiani, che le mogli si dovessero abbrutiare insieme coi cadaveri de’ loro mariti, acciocchè non avessero a procurar lo
ro la morte per cagione di gelosia, o per capriccio eli voler maritarsi con altri. (1
che non potendo far senza infamia, le più, morendo il marito, osservano in molte
’ parti dell In’lia la eletta legge non menu barbara che ciudele: epuro se‘ciò non
facessero «ariano tenute infami e disoneste. E quel che è più questa barbarie
’ d avere a morire a dispetto della natura, lon e solamente contro le povere mogli, ma piana ancora più oltre, pub he quando muore un personaggio, •> re tutt« le »uc mogli, concubine, scudieri serre insieme col suo corpo s’abbi uciauu