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àll’incontro eli detta strada dalla parte di dietro delle dette piazze, sopra la riva vicina del quale, vi sono fabbricate case grandi

di pietra, dove ripongono tutti i mercanti, che vengono d’India, e d iltre parti, le sue robe e mercanzie, acciò che le siano vicine, e comode alle piazze, e in ciascuna di dette piazze tre giorni alla settimana, vi è concorso di quaranta in cinquantamila persone, che vengono al mercato, e portano tutto ciò, che si possi desiderare al vivere, perchè sempre v è copia grande d’ogoi ^orte di vittu arie 601, di salvalicine, cioè, caprioli, cervi, daini, lepri, conigli, e d’uccelli, pernici, fagiani, francolini, coturnici, galline, capponi, e tante anatre, e oche, che non si potriano dir più, perchè se ne allevano tante in quel lago, che per un grosso d’argento veneziano si ha un paro d’oche, e due para d’anitre. Vi sono poi le beccarie, dove ammazzano gli animali grossi, come vitelli, buoi, capretti ^ e agnelli, le quali carni mangiano gli uomini ricchi, e gran maestri. Ma gli altri, che sono di bassa condizione non s’ astengono da tutte l’altre sorte di carni immonde Goj, senza avervi alcuu rispetto. Vi sono di continuo sopra le dette piazze, tutte le sorti d’erbe e frutti, e sopra tutti gli altri, peri grandissimi, che pesano dieci libbre Inno, quali sono di dentro bianchi come una pasta, e odoratissimi, persiche alli suoi tempi gialle, e bianche mollo delicate. I va, nè vino, non vi nasce, ma ne viene condotta d’altrove di secca, mollo buona, e similmente del vino, del quale gli abitanti non fanno troppo conto, essendo avvezzi a quel di riso 603, e di spezie. Vieti condotto poi dal mare Oceano, ogni giorno, gran quantità di pesce all incontro del fiume, per lo spazio di Ventar. Ogni sorta di vitiuarie. Dice il Martini che abitò per quattro anni Ifang-tcheu: vi è tanta gente che dicesi vi si consumino ogni giorno diecimila fiacchi di riso: e ciascun sacco può bastare a cento uomini un giorno: vi si ammazzano mille capi di fistiarne porcino, senza contare le vacche, le capre, i cani, le oche, le nnatre ec.... La quantità del pesce non è proporzionatamente minore (ibid. p. 135 603. Carni immonda. # ils mangent ausai dea bwtCH morte« >>. (Ancienne Melai, des Inde’ et de la Chin. par Renuud. p. <7) • t’»3. Vino... di riso. Si la a Su tchru più eccellentemente che in ogni altro luogo un« bevanda col rìso che è un succedaneo del vino: appellasi Soape o bevanda di triplice bianchezza. Di li s’ invia in tutto l’imporo. (Mai t. p. 122). I)rl tino di riso parla «nch’ il Relatore Maomettano (Renuud p. l(>).