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domini, ma esercitati, e franchi combattitori. E il detto re n’ avea sessantamila e da circa mille elefanti tutti armati con castelli sopra. Costui come savio, e esperto, noi’ mostrò paura alcuna ^ ma discese nel piano di Vociam, e si pose alle spalle un l)osco folto, e forte d’altissimi alberi, con opinione che se gli elefanti venissero con tanta furia, che non se li potesse resistere,, di ritirarsi nel bosco, e saettarli al sicuro. Però chiamati a se li principali dell’esercito li confortò, che non volessero esser di minor virtù di quello eli’erano siati per avanti, e che la vittoria non consisteva nella moltitudine, ma nella virtù di valorosi e esperti cavalieri. E che le genti del Re di Mien, e Bangala, erano inesperte, e non pratiche della guerra, nella qual non s erano trovale, come avevano fatto loro tante volte, e però non volessero dubitare della moltitudine de’ nemici, ma sperar nella perizia sua esperi mentala in tante imprese, che già il nome loro era non solamente a’ nemici, ma a tutto il mondo pauroso, e tremendo, promettendoli ferma, e indubitata vittoria. Saputo il Re di Mien, che l’oste de’Tartari era disceso al piano, subito si mosse, e venne ad accamparsi vicino a quel de’Tartari un miglio, e messe le sue schiere ad ordine, ponendo nella prima fronte gli elefanti, e dopo di dietro» cavalli, e i fanti. Ma lontani come in due ali, lasciandovi un gran spazio in mezzo- e quivi cominciò ad inanimare i suoi dicendoli, che volessero valorosamente combattere, perch’erano certi della vittoria, essendo loro quattro per unoe avendo tanti elefanti con tanti castelli, che li nemici non averiano ardire d’aspettarli, non avendo mai con tal sorte d’animali combattuto. E fatti sonare infiniti strumenti, si mosse con gran vigore con tutto Y oste suo verso quello de’ Tartari, i quali stettero fermi, e non si mossero, ma li lasciarono venir vicini al suo alloggiamento, poi immediate uscirono con grand’animo all’incontro, e non mancando altro, che 1 azzuffarsi insieme, avvenne che i cavalli de’ Tartari vedendo gli elefanti 481. I cavalli vedendo gli elefanti. Lo stes»o accadde ai Romani uella guerra Tarentina. Senza gli elefanti Pirro perduta avea la battaglia. » Ni# si elephanti conversi in spectaculurn belli procurrissent, quorum cum magnitudine, tuin difformitate, et novo colore, simul ac stridore consternati equi, quurm ’ incognita» sibi belluas amplius quam crant suspicareniur, fugarti, stragemque 9 l^te dederunt y (Fior. Lib. I. c. XVIII.)• Ma i Tartari alia prima battaglia