di lunghezza dieci passi, e di grossezza spanne dieci. Hanno
nelle parti dinanzi appresso il capo due gambe piccole con tre unghie a modo di leone, e gli occhi maggiori d’un pane da quattro
danari, tutti lucenti. La bocca è così grande,, ch’inghiottirebbe un’
uomo, i denti grandi e acuti, e per essere tanto spaventevoli
non è uomo, nò animale alcuno, che approssimandoseli non
tremi tutto. Se ne trovano dei minori, cioè di passi otto, di
sei, e cinque lunghi, quali si prendono in questo modo, conciosiaehè per il gran caldo stanno di giorno nelle caverne, e di
notte escono fuori a pascere, e quante bestie, o leoni, o lupi,
o altre, che si siano, che possono toccare, tutte le mangiano,
e poi si vanno strascinando verso a laghi, fonti, o iiumi per
bere. E mentre, che vanno a questo modo per l’arena, per
la troppa gravezza del peso loro, appajono i vestigj così grandi,
come se una gran trave fosse stata tirata per quell’arena, e i
cacciatori dove veggono il sentiero, per il quale sono usati d’andare, ficcano molti pali sotto terra, che non appajono, e in
quelli mettono alcuni ferri acutissimi, ponendoli spessi, e copronli
con l’arena, che non si veggono, e mettono in diversi luoghi,
secondo i sentieri, dove più veggono andar i serpenti: i quali
andando a’ luoghi soliti, subito si feriscono, e muojono facilmente,
e le cornacchie, come li veggono morti, cominciano a stridere,
e li cacciatori a’ gridi di quelle conoscono, che sono morti, e gli
vanno a trovare, e gli scorticano, cavandoli immediate il fiele, ch’è
molto apprezzato ad infinite medicine, e fra l’altre al morso de’
cani arrabbiati, dandolo a bere al peso d’un denaro in vino, ed è
cosa presentanea a far partorire una donna quando ella ha i dolori;
e a’ carboni, e pustole, che nascono sopra la persona postovene
un poco subito li risolve, e a molte altre cose. Vendono ancor
le carni di questo serpente molto care per esser più saporite dell’altre carni, e ognuno le mangia volentieri. Oltre di ciò, in
esprime il dragone, è il Marsden riferisce la definizione che ne danno i Cinesi
tratta dal dizionario del Guignes N. 13,287 c^e ^ seguente. » Draco, bellua
squamatorum rex, quae habet cornua ut cervus, aures ut bos, caput ut camelus, collum ut serpens, pedes ut tigres, unguis ut accipiter, squamas ut piscesj cujus sunt duo genera, unum sic natum, alterum e serpente vel pisce
in dracone mutatum ». Opina che possa aver letta il Polo questa descrizione,
c in quella che dà dell’alligatore aver, mescolata alcuna cosa relativa a (juesto
favoloso animale (N. 844).