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CAP. VII. Della nuova città dì Taidu, fabbricata appresso la città di Cambalh / degli ordini, che sJ osservano cosi nell’alloggiare gli ambasciatori. come nelV andar dì notte. La città di Gambalìi è posta sopra un gran fiume nella provincia del Catajo, e fu per il tempo passato molto nobile, e regale, e questo nome di Cambalù, vuol dire città del Signore. E trovando il Gran Can per opinione degli astrologhi, ch’ella dovea ribellarsi dal suo dominio, ne fece ivi appresso edificar un altra, oltre il fiume, ove sono li delti palazzi, di modo, che ninna cosa è che la divida, salvo che il fiume, che indi discorre. La citta adunque nuovamente edificatasi chiama Taidu3,8. E tutti cinto, delle tre porte in ciascun lato del muro, della copritura a tegoli inverniciati di diversi colori, ciò conferma che fu rifabbricato sullo stesso disegno. 11 Missionario ricorda questa descrizione che ne ha data il Polo e fra le altre cose il lago del giardino del palazzo (p. 282). Il padre Le Comte diede il disegno del Trono Imperiale che sembra corrispondere alla Sala Imperiale descritta «lai Polo (Nouv. Mem. t. I. p. 68). Il B. Oderico parla del Munte verde e del Lago (I. c. p. 71). >18. l’aidu 11 padre Magai Hans crede che l’antica città di Pekino o Cam— balu del Polo fosse la città detta oggidì Tong-tcheu sul fiume Pay-ho (p. fi), «Ji cui può vedersi la situazione nella carta particolare del Pe-tche-li dell’Anville, che è quasi tre leghe distante da Pekino, e che la citta detta 7aidu dalPolo sia realmente Pekino. Ma che esso sia in errore si dimostra da più autorevole scrittore, perchè esso fu ivi pochi anni dopo il Pol«>. Questi r ¡1 Beato Oderico il quale dice: » deinde vero versus Oriens multas transiv ens ci vitate«, perveni ad nobilem civitatein Cainbelech, quae multimi vetus» ’ est et antiqua, in provincia ¡Ila Cathay: hanc coeperunt Tartari, juxta «piani ad dimidium milliare aliain lecerunt civitatein nomine l’aydo ». (Elog. Storico del li. Ode ric. Ven. 1761 p. 71) La città adunque detta dal Polo l’aidu è quella parte di Pekino che appellasi oggidì la città Tartara. Infatti «lice il 1J ’ > l « » che in appresto, all’antica citta Cublai ne fece fabbricare un altra oltre il fiume. Questo fiume <’• un confluente «lei Pay-ho. Molli descrissero Pekino, e fra gli altri il Dualdo. Secondo esso ha la l’orma «li un gran «iua«lrato disiso in due citta. Ov’- è il palli/./«) Imperiale diresi la città nuova, l’altra parte Li città vecchia. Ambedue insieme hanno « in«pi.inta«lue Li «Ji giro, non compresi i borghi. I.e mura sono «li magnifica costruzione, fiancheggiate «li torri, e ili corpi «li guardia. Ogni porta è difesa da ima fabbrica a nove piani, e nell’interno «la o/i secondo recinto «li mura per potere difendere la città, se anche venisse for