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CAP. LY. Del bellissimo palazzo del Gran Can nella città di Xandù v e della mandria di cavalli e cavalle bianche, del latte delle quali fanno ognanno sacrificio; e delle cose maravigliose j che li loro Astrologhi fanno fare quando vien mal tempo: e anche della sala del Gran Can, e delli sacrifici che li detti fanno / e di due sorti, di religiosi, cioè poveri, e de’ costumi, e vita loro., Quando si parte da questa città di sopra nominata, andando tre giornate per Greco, si tcuova una città nominata Xandù 373. Xandn, ma più correttamente il Testo Riccardiano Ciandu, e le Stòrie Cinesi Chan-tu. Come avvertimmo di sopra (Not. 21) la città fu costruita ai tempi di Mangu e fu appellata Kei - pin - fu, l’ampliò Cullai - Can, e ivr fu incoronato (Hist. Gen. de la Chin. t. IX. p..282), ed allora essa ebbe il titolo di Chan-tu che significa suprema Reai città (Visdel. p» p) • Secondo il Deguignes (t. IV. p. 146) detta città distrutta oggidì era a 42.° 22.’ a maestro di Pekino, e congettura che fosse ove è Chaunai Mansuma nel paese di Karchin. Secondo il Padre Zurla Chan-tu era a 42-° 21.’ (Disser.di Mare. Poi. t. I. p. 128)’• Secondo il Visdelou è a 70 Leghe di distanza da Pekino (Supplem.a Herb.p.i56-). Che ivi dimorasse Cullai l’estate, oltre il Polo confermalo la- Storia Cinese, la quale dice che ivi prendeva il piacere della caccia (t. IX. p. 4°4) come appunto il nostro lo conferma. Quanto alla distanza di Chuntu da Pekino il Gerbillon che ne ha visitate le rovine è d’accordo col V’isdelou (Dti Hàld. t. IV. p. 258]-. Ma a tali autorità per stabilirne la località nella nostra Carta, opponevasi quella della Carta dell’.Anville ove è segnata a 46.0 5o.’ di Latitudine Settentrionale.. Ma non abbiamo esitato ad unirci all’opinione dei due primi scrittori, e ad abbandonare l’Anville, dietro l’autorità del Polo stesso, che nel parlare dei corrieri (Lib. II. c. 20), racconta che al tempo delle fruita le recavano da Cambalu al Gran Can, e se ne partivano la mattina dopo colte e giungevanola sera dopo a Chantu, per quanto vi fossero dall’ima all’altra città dieci giornate di camino, che valutate a 20 miglia il giorno portano la distanza dall’ima all’altra di 200 miglia, conformemente a ciò,che notarono il Visdelou-e il Gerbillon. Eglièveroche dice che i corrieri facevano 200 miglia e 25o al giorno, quando avevano affari di somma urgenza. Ma il portar le frutta al Gran Can era affare meno importante di quelli di Stato, perciò è da credere che non viaggiassero che di giorno come nei casi poco urgenti praticano i Corrieri Cinesi c perciò facevano la corso di sopra 200 miglia in ventiquattr’ore di cammino ’Jo che corrisponde assai bene al computo del Polo ’