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uomini veramente vivono di mercanzie, e d’arti. Hanno abbonidanza di biade. Il transito della provincia è di venticinque giornate, nella quale, si truovano fagiani il doppio maggiori de’ nostri, ma sono alquanto minori de’pavoni, e hanno le penne della coda lunghe otto, o dieci palmi. Ne sono anche della grandezza, e statura come sono li nostri, e vi sono ancora altri uccelli di molte altre maniere, e hanno bellissime penne di diversi colori. Quelle genti adorano gli idoli, e sono grassi, e hanno il naso piccolo. 1 loro capelli sono neri, e non hanno barba, salvo che quattro peli nel mento. Le donne onorate, non hanno similmente pelo alcuno, eccetto i capelli, e sono bianche di beile carni, e ben formale in tutti i membri, ma molto lussuriose. Gli uomini molto si dilettano di star con quelle, perchè secondo le lor consuetudini e leggi, possono aver quante mogli vogliono, purchè possino sostentarle. E se alcuna donna povera è bella, li ricchi, per la sua bellezza la pigliano per moglie, e danno alla madre e parenti, molti doni per averla, perchè non apprezzano altro ^ che la bellezza. Ora ci partiremo di qui, e diremo d’una provincia verso Levante 2Go. copia che servi alla Lezione del Ramusio. Che il Chea-si dia molto muschio confermalo il Du-Malde (t. I. p. 207). 260. Intorno a questo passo il Sig. Mursden (n. 44^) osserva che avendo fatta menzione di So - tcheu, di Cari - tcheu di E - tzi - nn e di Singui (ch’ ei suppone Sining), luoghi situati vicino all’estremità della Gran Muraglia verso Occidente e mezzodì, dee recar meraviglia che ei non cogliesse tale occasione per farne parola. Ma siccome secondo il modo nostro di vedere, e per te ragioni allegate di sopra il Polo segui una via a tramontana della Gran Muraglia, per ciò questo silenzio non recaci meraviglia. Fù non poco intrigato nel volere spiegare il silenzio del Polo intorno alla Gran Muraglia lo Staunton redattole del Viaggio di Lord Macartney» Esso nota questo silenzio del Polo e deduce da una carta ch’ ei crede aver appartenuto alla Biblioteca del Doge di Venezia (che sembra essere quella del Salon dello Scudo), che il Polo non traversò la Tartaria per recarsi a Peckino, ma che da Caschgar volse il cammino a libeccio, traversò il Gange e recossi nel Bengala e che di li volgendosi a mezzodì dei monti del l’ibet entrò nel (hen-si, (Voy. t. III. p. s3o). Ma quanto erronea sia tale asserzione può ravvisarlo il leggitore dal nostro commentario.