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<3i molta sapienza, eloquente, e valoroso nell’armi. Qual cominciò a reggere con tanta giustizia, e modestia, che non come signore,, ma come Dio era da tutti amato e riverito. Di modo che spargendosi pel mondo la fama del valor, e virtù sua, tutti i Tartari, che erano in diverse parti del mondo, si ridussero all’obbedienza sua 222. Costui vedendosi signore di tanti valorosi uomiui, essendo di gran cuore, volse uscire di que’ deserti, e luoghi salvatici: e avendo ordinato, che si preparassero con gli archi, e altre armi, perchè con gli archi erano valenti, e quelle genti. E nel tornare a casa avendo trovato che la sua moglie aveva dato alla luce un figlio, volle che avesse il nome del re prigioniero, e Gengiscan fu appellato Temutchin sinchè non fu inalzato all’Imparo dei Tartari. (Hist. Gen. de la Chin. t. IX. p. 8). Plano Carpini dice che Gengiscan era un capo di masnadieri (Collect. de Berger. Yoy. de Carpii). Cap. V.). Secondo Àitone Armeno Changio, o Gengis - can ebbe una visione dalla quale venivagli annunziato, che esso dovea assumere il governo di tutti i Tartari, mentre era po’ vero, vecchio, e fabbro di professione (Hait. Novis Orbis C. XVI.). E certo a masnadieri erano in allora da assomigliare i Mogolli. Questo tremendo conquistatore dopo aver debellato Ung-can, e distrutti i Naimanni, e il regno di Ili a o di Tangut,(\i proclamato Imperatore di tutti i Tartari, e permutò il nome di lemutchm in quello di Tchinhis can (an. 1206). Intorno all’origine di detto nome avvi pure disparità d’opinioni. I più pretendono che tragga origine dal gi i lo d’un uccello favoloso de’ Tartari, ma di lieto augurio (Iiist. de la Chine 1. c. p. 41)• Petis de la Croix che significhi Can figlio di Can (Lib. I. c. VI.). I Cinesi Dato dal Cielo (\ isdel. p. i5o). Due celebri storie abbiamo di Gengiscan quella di Petis de la Croix che ha per titolo. llisloire du Grand Genghiscan premier Enipereur dts Anciens Mugols, traduite, et compilèe de plusieurs Auteurs Orientaux et des Vojrageurs Eurcpens. A Paris chez là Vrum Inubert 1710 Ln,2‘ L’autore essendosi valsuto principalmente di Scrittori Arabi e Persiani, è di molta fede intorno ai fatti del conquistatore, relativi alle sue spedizioni nella parte centrale dell’Asia. L’altra vita è quella compilata dal Padre Gaubil. l/istoire de Genghiscan et de toute la dinastie des Mongous tirèe de i llistoirc C hi noise. Paris Chez Briasson 1 in 4>° che meriterebbe maggior fede intorno ai primi fatti dell’illustre Mogollo, se come avverti il p.idie Amiot (Recherches sur les Chinois t. XIV. p. 72) non avesse riconosciuto lo stesso Gaubil, che questa sua Storia era un abozzo, per lo che occupavasi sempre di perfezionarla. Infatti una copia stampata ne possedeva il mentovato Amiot tutta postillata dall’ Autore, dalla quale si ravvisava, che allorchè compose l’opera non aveva intorno alla favella che interpetrava tutti i lumi che esso acquistò di poi. Perciò più esatta d’ogni altra,credo,quella tratta dagli storici Mogolli e Tartari del Padre Madia, 1 he inserì nella Storia Generale della Cina. Rileva il valore e l’eccellenza de f<nti da cui deriva detta Storia l’editore della medesima (t. IX. p. 1. not.). 222. Tutti i Tartari si ridussero ad obbedienza sua. Ciò conferma la storia «I’I padre Maiila. .5