C A P. XXVI.
Della provìncia dì Bastici, che è verso mezzodì e come
gli alitanti portano molti lavori dJ oro all’orecchie 3 e
costumi loro.
Partendosi da Balaxiam, e cavalcando verso mezzodì per
dieci giornate,, si truova una provincia detta Bascià. l5? Gli
uomini della quale hanno il parlar da per se, e adorano gl’idoli,
e sono genti brune^ e molto esperti nell’arte magica,, 158 e
-to porta che Bastia e fra Badagscian e Caschmit\
e perciò non conviene cer aro quel paese oltre il Caschmir, tanto più che il Polo
d scritto i! paese di Caschmir nel capo seguente, dice voler retrocedere, perche
t se io volessi andar seguendo dia «liritta via entrerei nell’India », la quale
•’’ggiunge vuoler descrivere in altro libro. 11 paese distante dieci giornate a
TT’-7/.odi da Badaescian abitato da gente idolatra di diversa, favella corrisponde
p ¡ fattamente al Baltistnn o piccolo Tibet, segnato nella Carta di Remici dei
piesi romp.-esi fra il Cappio e il Gange (Descript, de l’Indost. Alias) infatti
la variante del Codice da noi pubblicato porta non già Bastia, ma Bastiiiu
(p. 7’>), voce che sembra un accorciamento di quella di Baltistan. Questo
pies’- nella carta di Macdonald K.inner vien detto Kaferistan, generica appellazione data dagli intolleranti Maomettani ai non seguaci della loro credenza, che
significa paese degl’Infedeli. Erra Forster (Decouv. du Nord t. I. p. 2o(i) allorchè crede Bastia il paese di Vasch che è a tramontana e non a mezzodi
di Badagscan.
rS8. <^ue’te particolarità di aver lingua per se, d’adorar idoli e d’attendere
all arte magica svela, che gli abitanti erano /¿betoni, seguaci del culto di Lama, e
th«- la loro Uvelia dovea essere un dialetto della lingua predetta.