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ben dire , clic il Gran Sire liae 1' arcliimia (a) perfettamente , e mo- strelovi incontanente . Or sappiate eli egli fa fare una cotale moneta , coni’ io vi dirò; e fa prendere iscorza d’ uno albore c’ ha nome Gelso (i) (Z>) ; e è 1 albore, le cui foglie mangiano gli vermini che fanno la seta. E colgono la buccia sottile, eh’è tra la buccia grossa e 1 albore (2} , (o vogli tu) legno dentro , e di quella buccia fa fare carte , come di bambagia , e sono tutte nere . Quando queste carte sono fatte così, egli ne fa delle piccole , che vagliono una medaglia di tornesello piccolo , e 1’ altra vale un tornesello , e T altra vale un grosso d’ argento di Vinegia (3), e Y altra un mezzo, e 1 altra due grossi, e 1 altra cinque, e 1’ altra dieci, e 1 altra un bisante d oro, e 1 altra due , e l'altra tre , e così va inlìno in dieci Tesanti (4) . E tutt+i queste carte sono sugìellate col sugiello del Gran Sire, e hanne fatte fare tante , che tutto il suo tesoro ne pagherebbe (c) . E (piando queste carte son fatte, egli ne fa fare tutti j 1 14 | * ’ . j\ li) (i) ,, Fit de corticibns arboris mori. ( Cod. Ricc. ) (2) Che è tra la scorza grossa , e il midollo dentro ( Cod. Puc. ) (3) Egli ne fa trarre fuori di quelle , che vagliono una medaglia, e l'altra un picciolo , e Valtra uno viniziano d' oriento ( Cod Pucc. ) (4) Hi santi d' oro ( Cod. Pucc. ) (a) Arcliimia o Alchimia pretesa scienza di permutare altre sostanze in oro , o arte di falsare i metalli. 11 Buti a quei due versi di Dante Inf. c. XXIX. v. 119. „ Via per l’Alchimia,che nel mondo usai, ,, Dannò Minos, a cui fallir non lece . disse esservi due Archimie, la vera, e la falsa . Forse intesa per la prima la chimica la quale era in allora nell1 infanzia. (¿) L’ albero di cui fa menzione è il Moro Papirifero , ( Morus Papynifera Limi. ) albero originario del Giappone e della Cina . Essi incominciato a coltivarlo fra noi , e prospera mirabilmente . Mi duole che non siansi fatti esperimenti ancora per ritrarne della carta . Marco Polo accuratamente e brevemente dichiara il modo di farla, che si ritrae dall’albume dei ramuscelli di detta pianta battuti e macerati. Lo descrissero esattamente , non meno che il metodo di far la carta il Raempfero nell’ Amoenitates exoticaeec. e ilTunnebeig (Kaemp Ilist. du J.ip. t. HI. p. atj»), Tunnt-bcrg. Voy. au Jap. t. IV. p. 135. ). Prosperando l'arbore appo noi, molto utile sarei he il valersene per l’ av vertita fabbricazione di carta, sopratutto in un secolo che è instancabile nel farne consumo. (e) Magaellanes ( p. 1G8. ) afferma non esservi memoria che i Cinesi usasser moneta di carta . Ma siccome ei reputa il Polo scrittore degno di fede , suppone che lo inducesse in errore una consuetudine dei Cinesi , i quali usano d’ imitare in carta la moneta , e sovratutto quella ài rame che abbrucciano ai funerali per uso del defunto . Ma questo per tanti capi rispettabile scrittore cade ei stesso in abbaglio intorno a ciò . Non havvi fatto meglio accertato che i Cinesi usarono ai tempi del Polo moneta di carta . Ciò affermano tutti ¡viaggiatori del Secolo XIV. Rubriques , Aitone Armeno , il B. Odo- rico da Pordenone , il Balducci che chiama detta moneta Balisci. Gli Ambascia- tori di Schah Rokh parlano di Balisci d’ argento. Continuava 1’ uso dell« moneta di Carla anche verso la metà del Secolo XV. Narra Giasafa Barbaro nel suo viaggio alla Tana , che anche ai suoi tempi i Cataini facevano uso di moneta di Carta ( Barn. Nav. t. II. p. 107. A. ) Talché la Cina toglie al Secolo passato la gloria di queste memorabile scopeita . VOL. I.