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Turcomanni, e adorano Malcometto, e sono sempricc genti1, e hanno sozzo linguaggio, e stanno in montagne e in valle, e vivono a bestiame, e hanno cavagli, e muli grandi, e di grande valore. E gli altri sono Ermini (1), e Greci, che dimorano in ville2, e in castella e vivono darti, e di mercanzia; e quivi si fanno i sovrani tappeti del mondo, e a più bel colore (2). Favisi lavorio di seta e di tutti colori. Altre cose v ha che io non vi conto. Elli sono al Tarlerò del Levante. Or partiremo di qui, e andremo alla Grande Ermenia.

14. della grande ermenia.

La Grande Ermenia si è una grande provincia; enei corniliciamento è una città, che ha nome Arzinga (3), ove si fa il migliore bucherame3 del mondo. Ivi è la più bella bambagia del mondo, e la migliore. Quivi ha molte cittadi, e castella, e la più nobile ciltaè Arzinga, e hae Arcivescovo. L’altre sono Arziron (4) e Arzizi (5). Ella è molto grande provincia. Quivi dimora la state tulio il bestiame de’ Tartari del Levante per la buona pastura che v’ è; di verno non v’ istanno per lo grande freddo, che v’ è, che non vi camperebbono le loro bestie. Ancora vi dico, che in questa Grande Ermenia è l’Arca di Noè, in su una grande montagna negli confini di mezzodì inverso lo levante presso al reame che si chiama Mosul, che sono Cristiani, che sono Iacopini, e Nestorini, delli quali diremo innanzi. Di verso tramontana confina con Giorges (6) : e in questo coniine è una fontana, ove surge tanto olio in lanta abbondanza, che cento navi se ne caricherebbono alla volta, ma egli non è buono da mangiare, ma si da ardere, è buono da rogna, e ad altre cose; e vengono (7) gli uomini molto dalla lunga per questo olio; e per tutta quella contrada non siarde altro olio. Or lasciamo della Grande Ermenia, e conteremo della provincia di Giorges.


Varianti

(1) Armeni (ibid.) - (2) E di più bel colore (Cod. Pucc.) (3) Ardingo. (Cod. Magl. II.) - (4) Argiron (C. Ilice.) - (5) Carsici (C. Pucc.) Danciri (C. Ricc.) - (6) Giorgonia (Magliab. II.) Zorzania (C. Ricc.) - (7) Vengonvi (C. Pucc.)

  1. Semprice per semplice è voce usata anche da D. Giovanni delle Celle.
  2. Questa maniera di dire discuopre che è versione dal Francese.
  3. Esempio allegato dalla Crusca alla voce Bucherarne. Nel Ramusio è detto Boccassino. Vedasi Du Cange (Gloss. vox Buquerannus) ei lo difenisce: “Telae subtilis specie”. Disse il Boccaccio “una coltre di Bucherarne Cipriano bianchissima” Gior. IX. Nov. 5., ma dee intendersi tela bambagina detta oggidi mossolino.