Pagina:Polo, Marco – Milione, 1928 – BEIC 1898766.djvu/22

i è

— — »-r-apuse;-= e" Eee Ze

ii


12 IL MILIONE

vivesse, diverrebbe uomo di grandissimo valore. Venuto di questa ambasciata, si 'l chiamò il Gran Cane sopra tutte le sue am- basciate: e sappiate che stette col Gran Cane bene 2) ventisette anni. E in tutto questo tempo non finò d’andare in ambasciate per lo Gran Cane, poiché recò cosi bene la prima ambasciata. E faceagli tanto d'onore lo signore, che gli altri baroni n’aveano grande invidia; e questa è la ragione perclié messer Marco seppe più di quelle cose, che nessuno uomo che nascesse unque.

a) Fr. dix sept.

XII (XVIII)

Come messer Niccolò e messer Matteo e messer Marco domandàro commiato al Gran Cane.

Quando messer Niccolò e messer Matteo e messer Marco furono tanto istati col Gran Cane, vollero lo suo commiato per tornare alle loro famiglie. Tanto piaceva il loro fatto al Gran Cane, che per nulla ragione lo voleva loro dare commiato. Ora avenne che la reina Bolgara (Bolgana), ch'era moglie d'Arcon (Argon), si morio, e la reina si lasciò che Arcon non potesse tòrre moglie se non di suo lignaggio; e mandò ambasciadori al Gran Cane, e furono tre, de’ quali aveano l’uno nome Oulaurai (Oulatai), e l’altro Pusciai (Apusca), l’altro Coia, con grande compagnia, che gli dovesse mandare moglie del legnaggio della reina Bolgara; imperocché la reina era morta e lasciò che non potesse prendere moglie altra che di suo lignaggio. El Gran Cane gli mandò una giovine di quello lignaggio, e fornio l'ambasciata di coloro con grande festa e allegrezza. In quella messer Marco tornò d’una ambasciata d'India, dicendo l’am- basciata e le novitade che avea trovate. Questi tre ambasciadori, ch'erano venuti per la reina, domandarono grazia al Gran Cane che questi tre latini gli dovessono accompagnare in quell’an- data, colla donna che menavano. Lo Gran Cane fece loro la �