 |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | |
| 28 | le selve |
E della pace apportatore Augusto;
Per cui felici i secoli dell’oro
Volgeranno, e dal cui valido piede385
Fien le guerre calpeste. Indi ai compagni,
Felice il condottier, figlio d’Anchise,
Farà ritorno per l’eburnea porta,
E al tosco fiume drizzerà la prora.
Né quïete avrà ancor: lui fiere pugne390
Ahimé! aspettano, e gonfio dilagando,
Gran lutto il Tebro spargerà d’intorno.
Ma vigor novo da’ castali rivi
A te in cor scenderà, dolce rampollo;
Tempo è oramai, tempo è oramai, che vasto395
Prorompa il carme. Tèma arduo ne incalza:
PoichèFonte/commento: norm. sperar di vincere col verso
Altisonante e de’ guerrieri l’urlo
E l’annitrir de’ fervidi cavalli
Chi potrebbe? Pur tu lo vincerai:400
Paciferumque ducem fulvo cui pulchra metallo
Saecla fluent, cui pressa gravi fede bella jacebunt.250
His laetus porta ad socios evadet eburna
Dux anchisiades, tuscumque enabit ad amnem.
Necdum parta quies: restant bella aspera, restant;
Et crassus multo stagnabit funere Tibris.
At tibi castaliis renoventur pectora lymphis,255
Chare nepos; nunc, nunc ingenti est ore sonandum.
Grande opus a tergo: quis enim alto evincere cantu
Clamoresque virûm atque hinnitus speret equorum?
Tu tamen evinces; licitum tibi, maxime vatum,
