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di angelo poliziano | 11 |
I destini ti lesse, e tre le tempia
Ti ricinse di lauro. Alla tua cuna80
Tosto piccoli doni ogni altra adduce:
Fanno esse a gara in offerirti il plettro,
E la lira, e le pelli ed il vincastro;
Ed anche la multifora zampogna,v5
Per disposare la canzone al suono,85
T’adducon esse; e, insiem con gli usignuoli,
Il digradante calamo cerato.
Indi tre volte con sommessi accenti
L’invid’occhio scongiurano, e altrettante
Ti toccan della baccara la fronte.90
E giunger ecco dall’Eliso Manto,
Conscia dell’avvenir; Manto, la quale
Generava col Tebro il giovin Ocno:
Ocno, che il nome della madre impose
A te, Mantova. Giunge, e, i crin scomposti95
Agitando e le bende, e una sanguigna
Omina ter cecinit, ter lauro tempora cinxit.
Mox aliae dant quaeque tuis munuscula cunis:
Certatim dant plectra, lyram, pellemque pedumque,
Dant et multiforam modulanda ad carmina loton,
Et decrescenti compactas ordine avenas,55
Dant pandionias volucres; ter murmure placant
Liventeis oculos, ter frontem baccare tangunt.
Venit et Elysio, venturi praescia, Manto;
Manto quae juvenem fluvio conceperat Ocnum,
Ocnum qui matris dederat tibi, Mantua, nomen.60
Venit; et horrentes quatiens vittamque comasque,
Sanguineamque rotans aciem, sic ora resolvit