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della ragion di stato - ii |
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immersi in tal superstizione, ad abbruciare insieme con ogni
stromento le vesti religiose che solevano portare: avendo rilegato i giovani degli ebrei sotto specie di sacramento nella Sardegna e in altre provincie, dove l’aria era a sofferirsi grave e
perniziosa; e gli altri della medesima gente, o che seguitavano
i medesimi costumi, cacciati dalla cittá sotto pena di perpetuo
esilio, se non avessero obedito. Cosí fece Nerone contra cristiani; e al tempo della republica, nel 327 di Roma, e dopo
piú di dugent’anni, dopo essere giá Annibale in Italia, e nel
568 quando sotto pretesto di religione fu scoperto che si commettevano tante sceleratezze, e con leggi e pene straordinarie
furono proibite tutte le religioni e riti nuovi e forastieri; aggiorna ancor la causa: perché nissuna cosa è piú atta a sciorre
la religione, che dove riti di straniera religione sono ricevuti.
E perciò nelle leggi delle dodeci tavole fu vietato aver dèi separati o nuovi o forastieri, se per publico consiglio non fossero
stati ricevuti, come scrive Cicerone nel secondo Delle leggi.
E perciò Mecenate in quel savio ragionamento, nel quale consegna Augusto come si debba governare nel suo imperio, scritto
da Dione al libro LII, quando viene a parlare degli dèi, cosí
favella: «I dèi, Augusto, sempre e in ogni luogo in tal guisa
adorerai, qual’è della nostra patria il costume, e in tal maniera
li farai dagli altri adorare. Gli autori di forastiere religioni castiga severamente, sì per conto delli dèi, — li quali se alcuno
disprezza, qual cosa umana non disprezzerá egli? — e sì perché
coloro, li quali nuove deitá introducono, molti spingono a servirsi di straniere leggi: onde nascono congiure, radunanze, e
conciliaboli, cose che non si confanno punto col principato di
un solo». Perciò Driope ateniese fece una legge, per la quale
dava la pena della vita, a cui nella religione avesse introdotto
nuovi riti; e gli istessi ateniesi condannarono a morte Socrate,
perché pareva che volesse introdurre nuova religione. Il che
presso chinesi sappiamo esser in uso, dove per legge è stabilito, che in quel regno non vi sia introdotta altra religione che
la solita, senza il consenso del re e suo consiglio, e chi altrimenti fa, sia punito nella vita.