indirizzate ad isfogar la libidine, l’avarizia, e la crudeltá di tal
uomo, il quale fin da fanciullo fango col sangue macerato fu
detto: e non per ragion di stato. E se pure si averanno da ridurre sotto tal bandiera, niuno però potrá negare, chi vorrá
considerare tutte le azioni sue nel corso di sua vita e del suo
imperio, non essere stato tiranno: sì per il nascimento, non
essendo della vera successione di Augusto; sì per il modo, co
’l quale arrivò alla grandezza dell’imperio, e per sceleratezze
e tradimenti, e della madre (avendo con astuzie piú che tiranniche levata la vita a cui e per virtú e per vera ragione di
successione doveva succedere nell’imperio), e per i propri,
avendo nell’ingresso del suo signoreggiare fatto morire Agrippa
postumo, vero erede per il sangue; sì finalmente per l’infame
sua vita, piena d’ogni sorte di bruttezze, sceleraggini e azioni
tiranniche. E sará chi le azioni di Tiberio si pigli per esempio,
e per regole infallibili di ragion di stato! E pur troppo è vero,
che a’ tempi nostri pare non esservi altra ragion di stato, che
quella che si cava da Tacito e dalle cose da lui descritte: essendo però le regole e massime quindi tolte sole ricevute per
vere regole di ragion di stato; non facendosi differenza dalla
ragion di stato buona e conveniente alli buoni principati, alla
rea, de’ cattivi propria; se non fosse, che per esser rari i buoni
governi, e partecipando molti del tirannico, come deplora ancora a suo tempo Aristotele nella Politica, se ben pur viveva,
e regnava in quel tempo Alessandro suo discepolo e benefattore: ne nasce, che la ragion di stato, la qual si pratica, si
mostri iniqua e rea, essendo appoggiata a tali fondamenti, e
a massime tolte da azioni tiranniche. E per questo rispetto
forsi ancora è piaciuto a’ prencipi il nome di ragion di stato;
acciocché sotto la coperta di voce onesta si potesse in qualche
parte occultare la malvagitá della cosa. Non sará però mai vero,
che non vi sia ragion di stato buona; ma forse perché per lo
piú ella in qualche cosa contraviene alle leggi, comunemente
ancora è tenuta per mala: conciosia che essendo per lo piú i
governi indrizzati all’interesse di cui regge, e le leggi avendo
per fine principalmente il bene de’ privati, non può se non ma-