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narrare la parte ch’egli ebbe in quel grave e risolutivo periodo della politica spagnuola1. Di li a non molto, il Malvezzi fece ritorno a Bologna, con una grossa pensione assegnatagli da Filippo IV, e spese la sua attivitá negli uffici municipali, come componente del Senato e nel 1746 gonfaloniere, e nell’accademia letteraria dei Gelati, della quale fu presidente.

Fulvio Testi lo lodava che, patrizio, con tradizioni di famiglia affatto militari, avesse atteso alle lettere, quando in Parnaso «sol scalza Povertá degna aver luogo»2. La sua cultura era a un dipresso quella tipeggiata in don Ferrante: «dilettante di musica, di strologia, di fortificazione, di pittura, di medicina, di teologia e di lettere amene»3, dottorato in legge, esperto di scherma e di questioni cavalleresche. Dell’astrologia, — tuttoché dica male nei suoi libri4, giudicandola, dove non riusciva fallace, opera del demonio,— «visse (attesta un biografo5) insino agli ultimi anni innamorato, facendo di quella gran capitale». Ma, soprattutto, fu studioso assiduo e profondo di morale e politica, di arte della prudenza e ragion di Stato. I suoi libri offrono considerazioni politiche e morali, dapprima appoggiate, come piaceva fare a quel tempo, al testo di Tacito, nei Discorsi sopra Cornelio Tacito (1622), poi alle vite di personaggi storici, come dei sette re di Roma, delle quali pubblicò il Romolo (1629) e il Tarquinio il Superbou

  1. Con qale smarrimento egli guardasse alle devastazioni della guerra dei trent’anni, si vede nei Successi, pp. 8-10. Sulla pericolosissima situazione della Spagna si aggira l’ode, piú oltre citata, del Testi, il quale, del resto, nelle sue corrispondenze diplomatiche, vedeva e annunciava la decadenza di quell’impero.
  2. Nell’ode al marchese Virgilio Malvezzi per la sua Storia di Spagna; dov’è questa strofa:

    Gli esempi dei maggiori
    mirasti e con invidia, a’ patrii tetti
    in lung’ordine affissi
    arnesi fiammeggiar Arabi e Mori:
    spade in Damasco ricurvate, elmetti
    di attorcigliati bissi,
    archi e feretre di gemmati avorii
    e con tremuli errori
    pendenti di captive aste guerriere
    pennon Francesi Belgiche bandiere.

  3. Orlandi, op. cit., p. 200.
  4. V., p. es., David perseguitato, p. 130.
  5. L. Crasso, l. c.