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236 anton giulio brignole sale


sue ragioni a morte, fuor che il combaciarsi tutto a parte a parte col fanciullo che giacea spento? Ed onde ha l’occhio l’esser gemma delle nostre membra, e l’esser non men mondo piccolo dell’uomo, che sia l’uom del mondo, fuorché dal saper la sua pupilla, niun colore avendo, adattarsi a tutti, e con un punto nero egualmente pareggiarsi alla circonferenza di gran cielo e di stretto anello? Quindi i concetti e le parole nostre allora solamente sono meritevoli del piú bel nome che abbellisca Iddio medesimo, ch’è l’esser vere, quando sono queste a quelli e quelli a’ concepiti oggetti con proporzionata paritade corrispondenti. Ed onde ha l’intelletto umano il titol quasi di divino, fuorché dal poter egli omnia fieri, ad ogni cosa pareggiandosi, giusta il filosofo?

Vediam, signori, se vi aggrada, l’ammirabil pregio di quest’arte, prima dalla malagevolezza, per cui ella solamente dall’uom saggio come somma de’ suoi vanti vien posseduta, poi da la felicitá e miseria umana, che al possesso o privazione di essa suole seguire. Necessario si è a quest’arte il malagevolissimo conoscimento di se medesimo. Perciocché chi pari mai può esser ad una faccenda, s’egli non misura prima, e poi raffronta ad essa le forze sue? Ante omnia necesse est se ipsura aestimare, dice Seneca, quia fere plus nobis videmur posse quam possumus.

Nonnio panopolitano, conciosia che si sentisse bulicar in capo un iperbolico cervellonaccio, che nel cavo della luna far potea da capitan Cardone, misurando il proprio suo talento, a che appigliossi? A cantar di Bacco, cioè a dir di un Dio che, quando prende a far le sue prodezze in capo a un uomo, fa un pallon del mondo stesso per trastullarsi. Ma poi che avrá l’uomo conosciuto se medesimo, non è perciò ch’ei facilmente riuscir debba a varie cose proporzionato. La Natura, come sia determinata ad unum, per lo piú non dona all’uomo abilitá per piú di un mestiere, anzi a ben guidarne un solo d’ordinario piú persone fan di bisogno. In ordine allo stesso fine l’uno è provveduto solamente di fecondo ingegno per trovare i mezzi, e l’altro, che d’invenzion mancando, nella scelta è fortunato,