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dal «tacito abburattato» 223


del signore, ma ben si rimosso fosse stato dal maneggio de’ negozi per difetto dell’etá grave. Perché, in somma, che altri perda vim nell’amicizia del suo principe e ritenga speciem, non può entrar in capo a niuno, a cui non sia dal capo il cervello uscito.

Dirò ancora contro Tacito, ch’egli non può distinguersi tra la sostanza e l’apparenza, perocché chi ha l’apparenza anche ha la sostanza. Eccone la prova: il favorito in tanto stima l’amicizia del padrone, in quanto ne divien padrone degli amici, perocché ciascuno cerca dalle cose il frutto, ch’è per lui migliore. Quindi non si cerca di essere inalzato dal signore per riguardo del signore stesso, posciaché, per quanto ei ti alzi, rimarrai sempre di lui piú basso, ma ben sí in riguardo agli altri pari tuoi, sopra de’ quali tal sollevamento viene a ripôrti. E perché ama per esempio il cardinal... di esser amico del suo re? Sol che per rimirarsi a’ piedi supplichevoli le teste piú superbe, per aver con un sol cenno il fato di nazioni intiere; per girar con un sol guardo le fortune, or fortunate or misere, d’innumerabili; per aver un gabinetto, il quale sia quel luogo ove Archimede desiava porre il piede per voltar a suo talento sottosopra il mondo con mirabil facilitá? Or per ottener un simil fine non è necessario di essere, ma basta al cortigiano di parere amico: dunque in ordine a ciò ch’egli vuole l’apparenza stessa intieramente gli fa sostanza. Testimonio ne fa un certo, il quale chiesto dal suo principe: — Che vorresti? — Cosa, che a voi nulla costerá, o signore; cioè a dire, che qualor voi siete in pubblica assemblea, su gli occhi della corte tutta, piacciavi di avermi al fianco e sol per un ottavo di ora pispigliarmi nell’orecchio, con sembiante o affettuoso o serio, non alcun de’ vostri affari piú importanti, ch’io non chieggo tanto, ma piú lievi sogni, o se anche vi par troppo, sol movete il labro, e dell’articolare i detti non ne sia nulla. — Fugli liberale il principe di un dono, di cui prodiga sarebbe stata anche l’avarizia. Quale effetto oprò tale amichevole apparenza in tutti gli altri cortigiani, che ciò videro od intesero da chi ciò vide? — Fabio in tal dimestichezza col nostro principe? — Su, ossequi a Fabio,