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dal «tacito abburattato» 199


ha per suo proprio oggetto sono quali dovriano esser per esser perfettissime nel loro genere, e in somma, idee. All’incontro questi tal le tratta quali sono, cioè a dire per lo piú congionte a quella imperfezione che con seco porta, quasi per necessitá, il non esser disunite dalla materia: onde fia ventura somma dello storico, qualora il fatto stesso gli presenta alcun soggetto che abbia nel suo genere quella eccellenza dalla veritá reale, che a gran pena nel poema sa alle azioni sue l’artefice prestar fingendo con l’intelletto; cosa che sí come tanto è piú pregiata quanto avviene piú di rado, cosí deve il buono istorico abbracciarla, esaminarla, e non lasciatasi di mano uscire senza averla a parte a parte tutta distinta.

Tal sarebbe, per ragion di esempio, la giornata che fra Annibaile e Scipione combattessi in Africa: poiché in riguardo ai due famosi generali, al numero e valore delle schiere, alla forma non volpina ma leonina del combattere fino al sommo sangue, alle conseguenze di un intiero mondo che si accompagnavano col vincitore, può chiamarsi un esemplare, a cui quanto piú somigliante sará ogni altra pugna, tanto piú ancora sará grande. Tale parimente è il fatto di Nerone nel suo genere di atrocitá, però ch’egli può formar nivello da conoscer quanto ogn’altra azione barbara o ferina estenda la sua misura.

Lascio, che non fu alcun vil plebeo né assassin di strada, a cui si possa come suo mestiere condonar in qualche guisa la crudeltá, ma un imperador del mondo, cui convien pregiarsi sopra ogni altro titolo di esser clemente; lascio, ch’ei non nacque o fu nodrito tra gli antropofagi o sciti, a’ quali l’uso rivoltò in delizia il fare vivande di color ch’eran degni come convitati sedere a mensa, ma lattossi sotto un Seneca, atto con sua scuola a ritornare in uomini le stesse fiere; lascio ch’ei non può allegare impedimento di natura ad esser buono, poiché ne’ primi anni del suo impero tal seppe esser sommamente, e fullo; taccio, che né meno consenti alla misera di terminar con un supplicio di quegli atti piú ad insinuar la morte che a sveller l’anima, ma, qual fassi a bue selvaggio, fu alla mal condotta dato prima di una mazza in capo, poscia a pugnalate