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196 anton giulio brignole sale


II

DISCORSO QUARTO

Argomento.

Nerone, acciò che degnamente il nome suo potesse in tutti i secoli essere sinonimo della barbarie, fece uccidere la propria madre. Dopo la cui morte, Tacito di ciò parlando, che fe’ l’empio, dice cosí: Aspexeritne mater exanimem Nero et formam corporis eius laudaverit, sunt qui tradiderint, sunt qui abnuant. (Annalium, lib. XIV).

Essere l’ufficio dello storico il narrar la veritá per fine di affinare la prudenza umana, par cosa certa. Quindi io volentieri alle opre volontarie, contingenti, consultabili, alle quali solamente suole essa prudenza raggirarsi intorno, la veritá storica ristringerei. Leggo ben anch’io nelle piú sagge carte con le azioni umane quelle ancora che produr sa natura fuor dell’usato: prodigiosi vomiti di Mongibelli, inondazioni di fiumane, abissamenti di cittadi, nuovi mostri in terra, nuovi astri in cielo; ma sí fatte cose solamente crederei narrarsi qual presagi od influenze od esercitamento all’opre virtuose o viziose del nostro mondo. Segnal n’è che lo scrittore si contenta di accennarne ciò che appare, senza tanto o quanto mettersi nelle cagioni intrinseche onde son formate. All’incontro negli umani fatti, non sodisfacendosi di stare al quia, le piú alte origini, i motivi piú riposti, non che ne’ piú sigillati gabinetti, ma ne’ piú sepolti cuori de’ tiranni va ripescando. Or, sí come ha per costume prode cacciatore di tracciare fra le belve quelle solamente che son nobili per la ferocia, o ver difficili per la sagacitá, perciò ch’ei sarebbe da schernire, quando dietro a pecore od a mosche, qual novel Domiziano, gittasse l’opra: cosí ancora il buono storico non altro che le imprese riguardevoli dé’ sceglier