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Dal Carducci, avendone accolto le necessarie correzioni, riferiamo queste due noticine:

IX, Inno a Romolo, v. ii: — «* É certa ornai’ leggon concordi le due edizz. La correzione ’certe’ parve necessaria*.

XVII, La parola di Dio, v. 81: — «’Abbia’ leggon l’ediz. reggiana e la milanese, e anche l’Ambrosoli che accolse questa ode nel Man. di leti, ital. Non ho potuto vedere la stampa originale, ma scommetterei che l’autore scrisse come io ho corretto».

C’è da aggiungere che, se anche le edizz. originali o magari gli autografi avessero «certa» e «abbia» , le correzioni apparirebbero pur sempre necessarie a chi non creda che la critica consista in scrupolose riproduzioni di errori tipografici o di scorse di penna.

Sul Paradisi: — l^’ Elogio di L. Cagnoli in fronte alle cit. edd. di Reggio e di Milano. Il Carducci cita un articolo di F. Ambrosoli nella Biblioteca italiana: io non ho potuto vederlo. í^eW Arch. star, lomb., 1885, p. no seg.: A. P. e V accademia mantovana. Si veda inoltre: S. Cardosi, La scuola oraziana nel ducato estense: A. /*., in Classici e neolatini, 1905, n. 2.

IV

LUIGI CERRETTI

(Modena, 1738- 1808).

Cominciò presto a scrivere (l’epitalamio per donna Isabella di Borbone, infante di Parma, che andò sposa all’arciduca Giuseppe d’Asburgo, poi Giuseppe II, è del 1760), ma pubblicò le sue rime sparsamente in raccolte, delle quali non sarebbe né facile né utile dar qui un elenco compiuto. Quando nel 1791 a Venezia furon pubblicate certe sue Cantate erotiche, veramente assai povere cose, il Cerretti scrisse su d’un esemplare: «Queste Cantate sono state pubblicate da Pepoli e non dall’autore, il quale anzi è allenissimo dallo stampare le cose sue».

Una prima edizione copiosissima fu fatta a Pisa da Giovanni Rosini, nel 1799; continuata con una Seconda serie nel 1802, ma riusci assai scorretta: seguirono le edizz. Parma, Bodoni, 1801; Pavia, Galeazzi, 1808, ristampata nel 1810.