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Presto forse, empia, t’aspetta
80nero fumo in vai di Lete.
Quivi sacra a la vendetta
sta l’ingrata Anassarete:
Lidia qui fra turbe meste
si lamenta per Alceste.
85Sventurato cavaliero!
che giovògli ardito ingegno,
giá terror del tracio impero,
giá funesto a piú d’un regno?
che giovò che a la sua gloria
90ligia fosse la vittoria?
— Io vedrò — dicea — fra poco,
ritornando vincitore,
la cagion del mio bel foco:
udrá Lidia il mio valore,
95e a lei dolci ripetute
fian le prove di virtute.
Qui, dirò, d’armi e nitriti
risuonár le avverse schiere;
lá, primiero infra gli arditi,
100superai valli e trincere;
qui col tuo nome invocato
vincitor mi rese il Fato. —
Infelice ! ei non temea
in amor tanta incostanza:
105ma il fancíul di Citerea
chi temer puote a bastanza?
Troppo, ahi! troppo empia mercede
diéro i numi a si gran fede.