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Qual è si rigid’ anima
135cinta di crudo acciaro,

che per te del reo calice
non lasci il succo amaro,
o Trento, e al tuo consiglio
non frema su l’immagine
140del suo mortai periglio?

Te, Zaccaria, paventano
presi di freddo gelo
quanti la fronte indocile
levano incontro al cielo,
145quanti l’orecchio han sordo

al fragor minaccevole
de l’Acheronte ingordo.

Ergi dunque, tu, l’umile
capo da l’imo fondo,
150o Crostol, d’acque povero,

ma d’ogni onor fecondo;
e vedi ne’ tuoi templi
rinnovarsi di Solima
i celebrati esempli.