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30e ten farò in appresso,

Filli, se tu deponi

quel tuo contro di me spietato orgoglio.

Diman recar ti voglio

ben dodici odorate
35vaghe frutta gentili,

di forma al cor simili:

frutta piú belle, o nella calda estate

o nel placido autunno,

mai raccoglier non seppe il buon Vertunno.

40Oh nume appien felice,

che alfín cortese e pia

la beltá sospirata ebbe in isposa!

Inverso lui si dice

ch’era Pomona in pria,
45qual tu sei verso me, sempre ritrosa.

Entro a chiusi orti ascosa,

ella d’amor vivea

e degli amanti schiva.

Ma quegli, che languiva
50e sospiri per essa aspri traea,

con assai scaltro inganno

trovar seppe la via d’uscir d’affanno.

Vesti mentite gonne,

e il giovanil suo volto
55cangiò di vecchia nel rugoso aspetto.

Non conosciuto andonne

ne’ bei recinti, e accolto

quinci ei fu dalla dea senza sospetto.

Per iscaldarle il petto,

  • 6o le dicea come e quanto


fosse d’amore acceso,

tutto a lei sempre inteso,

il dio Vertunno; e le contava intanto