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ii - inni e odi 47


     Tu dal torpor difficile
30che il vital corso implica
snodi le fibre, e agevoli
la vigile fatica:
di buon color fiorita,
Igea, tornando, allegrasi
35de l’eccitabil vita.

     Fin la materia indocile
piegasi a te non sorda:
i sassi al suon credettero
de l’anfionia corda:
40muta stupía natura,
e Tebe il fianco armavasi
de le sorgenti mura.

     Te le procelle fuggono,
te, dea, fuggono i venti:
45i tuoi bei modi adescano
i notatori armenti.
Sallo il nemboso Egeo,
sallo di Lesbo il giovane
che il gran tragitto feo.

     50Euro e Libeccio assalgono
i campi di Nettuno;
il flutto si rimescola
già ricrescente e bruno;
orror l’aere circonda;
55e mugge da lo scoglio
la ritornevol onda.

     E quei che a voglia perfida
ostia cader dovea,
benché gli frema a l’animo
60la paventata idea,
misura il fier periglio
a sua virtute, e sorgere
vede il miglior consiglio.