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Ed or tu infiori il talamo,
65tu con soavi riti

su le agitate coltrici
feconditá ne inviti,
che teco si consigli
la prima nel dischiudere
70aura vital de’ figli ;

che un di la polve impavidi
berran del duro agone,
o, immoti sotto il gelido
Capro e l’insan Leone,
75contro nemici acciari

del petto farann’ egida
ai trepidanti lari.

Tu dell’artier famelico
reggi la man callosa,
80a cui d’intorno aleggiano

voti di figli e sposa;
tu nel salpar dal lito
lusinghi a mète insolite
il navigante ardito.
85Per te, l’etade florida

il suo vigore audace
ignora o sprezza limiti,
ed osa, e osando piace:
per te, se stessa occulta
90e al declinante secolo

verde vecchiezza insulta.

Frugalitá, d’agevoli
erbe e di fonti amica,
vien teco, e pace candida
95e non servii fatica;

e il vizio di sé stanco
tenta al tuo pie di stendere
l’esulcerato fianco.