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e la moglie che o vittima ne geme
o il carezza infedel. Vidi e conobbi
30le arpie grifagne e i mascherati lupi

sotto pelle d’agnel; le scaltre volpi,
che il cacio fan con impudenti elogi
cader di bocca ai signorili corvi.
Vidi le insidie all’onestá, le trame
35all’innocenza non difesa ordite;

vantarsi udii di lealtá l’inganno,
d’onor l’infamia; e l’orgie vidi e il lusso;
l’ereditá disperdere degli avi
frodata al figlio e al creditor; nel fòro
40l’ignoranza e la cabala vid’io

togate passeggiar; vidi alle corti
muta coi grandi susurrar tra i servi
la mesta Veritá; vidi nel campo
duce Tersite e disprezzato Ulisse.
45Ciò vidi e piú: ma che perciò? Dovrei

dunque su questi ributtanti oggetti
gli occhi fissare ognor, pascerne il guardo,
ed il pensiero funestarmi e il core,
e il petto empir di travasata bile?
50Altri il faccia, non io, cui die’ natura

placidi affetti e imagini ridenti
e un’alma schiva di rancor. Ma poi
quale da questa atrabiliar censura
puoi tu frutto sperar? Lascio che, udendo
55il tuo garrir satirico, potrebbe

dirti all’orecchie alcun: — Ma, frate, ignori
forse, o scordasti la festuca e il trave?

— Non son travi le mie, tu mi rispondi,
né festuche le altrui. — Degli altri il credo,
60di te non so; ma dubitar potrei.

Quel tuo sembiante cinico ed arcigno,

quell’amaro sorridere, quel fosco

tuo guardo esplorator, che in traccia sempre