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i - giornata villereccia 211


12
Addio, Stanza felice, almo soggiorno,
si nobil turba ad albergare eletto:
superbo meno pel gran Giove un giorno
di Bauci e Filemon fu l’umil tetto.
Ben de’ giovani eroi, che lieto e adorno
oggi ti fér del lor sovrano aspetto,
al passeggier potrai per tuo decoro
scritti i nomi mostrar in marmi ed oro.
13
De’ cibi intanto il natural calore,
che in bianco chilo li trasforma e affina,
nuovi spirti spremea, nuovo vigore
dalla cocente stomacal fucina;
e il fumoso di Bacco almo liquore,
di tosca figlio e gallica collina,
dolce serpendo, i giovanetti empia
di non intesa insolita allegria.
14
Un certo a tutti lor foco improvviso
brilla negli occhi tremoli e sereni,
che d’estro accende il colorito viso,
e gli atti avviva d’allegrezza pieni.
Mille, sveglianti un innocente riso,
nascon sul labbro arguti scherzi ameni,
e d’un confuso cicalio festivo
fan, passando, echeggiar l’aere giulivo.
15
Cosí, quando maggior dai monti cade
l’ombra che al sonno gli augelletti guida,
presso i rustici alberghi e per le strade
stuol di loquaci passeri si annida,
e degli acquosi salci in su le rade
frasche e sui faggi svolazzando grida,
e al nido usato tra le amiche fronde
con infinito pispilar s’asconde: