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ARCHILOCO | 37 |

Lo schema ritmico è il seguente:
⏑ — ́, ⏑ — ́, ⏑ — ́, ⏑
La medesima legge metrica che vedemmo stabilirsi per le serie trocaiche, valse anche per le giambiche; e fu tollerato che nelle sedi dispari al giambo puro fossero sostituite due sillabe lunghe (spondeo).
In Archiloco il dimetro giambico ricorre frequente, ma non mai come metro a sé, bensí unito con altri versi. Citiamone uno.

Leggiamolo ora all’infuori delle note, tenendo conto solo delle percussioni ritmiche, attenuando l’ultima ed accentuando l’antipenultima, come facevano anche i Greci, per una legge che si venne spontaneamente determinando nello sviluppo del verso[1]; e si vedrà che risponde perfettamente al settenario sdrucciolo italiano.
Secondo un’altra legge fondamentale degli sviluppi ritmici, questa breve serie giambica si ampliò mediante la gemmazione d’una propria metà:
⏓ — ́ ⏑ — | ⏓ — ́ ⏑ — | ⏓ — ́ ⏑ — 𝄐
È il trimetro giambico, il famosissimo verso, che, dopo aver trionfato nei drammi dei tre sommi tragici e di innume-
- ↑ Vedi Nel Regno d’Orfeo, pag. 221, 230-31.