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34 I LIRICI GRECI

agli albori della poesia, e non solo in brevi canzoni liriche, bensí anche in composizioni di lungo respiro, e di contenuto epico (p. es. nel Romanziero del Cid).

E cosí fu anche nel mondo greco. Lo vediamo anche dai canti popolari, che, quando posso, scelgo per esempî, perché, o sono antichissimi, o ripetono continuamente i fenomeni d’origine.

Una ronda che i bambini di Rodi cantavano quando il sole si nascondeva, diceva: «Vieni fuori, sole bello». Le parole del testo - ἔξεχ᾽ ὦ φίλ´ ἥλιε — sono sicura guida a ricostituire lo schema ritmico della cantilena:

X́ X, X́ X, X́ X, X́ 𝄐,


che nella realizzazione fonica risultava presso a poco tale[1]:


\relative c'
\new Staff { \key c \major \time 6/8
e4 f8 g4 f8 | c4 c'8 a4\fermata r8
}
\addlyrics
{ Ex -- ech’ o fil’ | e -- li -- e }


Immaginiamo facilmente che centinaia e centinaia di canzoncine siano state composte, sin dai tempi antichissimi, su questo schema. E da principio le sillabe delle parole si saranno congiunte allo schema con una certa libertà; ma, a mano a mano, secondo l’indole della lingua, che, via via, si andava concretando nella sensibilità del popolo, e, massime degli artisti, si formò la legge che sotto i punti percossi dall’accento ritmico si collocassero le cosí dette sillabe lunghe, e sotto i non percossi le brevi.

— ́ ⏑ , — ́ ⏑ , — ́ ⏑ , — ́ 𝄐

  1. Qui, come nelle analoghe esemplificazioni, colorisco gli schemi con qualche accento melico, senza, s’intende, la menoma pretesa artistica. Tocchi d’acquerello, per rendere piú perspicue le parti di un disegno. E, per lo piú, desumo gli accenti mèlici dai frammenti superstiti della musica greca.