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« Degli audaci all’imper resister osa,
     Che da lor alta fama insuperbiti
     54Noman religïone abbietta cosa!

Mal per dottrina ostentansi investiti
     Di maggior luce che non dan gli altari:
     57Io negli studi ho i passi lor seguiti,

Nè scorto ho mai ch’uom veramente impari
     Saldo argomento a diniegar quel Nume,
     60Che splende nel creato anco agl’ignari.

E se d’umano spirito all’acume
     Diniegare è impossibile l’Eterno,
     63Lui trovo pur di coscïenza al lume ».

« Lui troviam tutti! dissi; e mai governo
     Del mio cor non faranno atee dottrine,
     66Ma fuor del tempio assai dëisti io scerno.

E tu forse a costor più t’avvicine,
     Che non a quei che dall’Uom-Dio portate
     69Estiman del Vangel le discipline ».

« T’inganni, o giovin! replicò (e sdegnate
     Sfavillaron le ciglia del vegliardo,
     72Poi su me si rivolsero ammansate).