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bellezza, o suppliscano a quella leggendo, studiando, e riflettendo a prò delle stesse lor grazie esterne, della bontà, e infine della virtù, che par nata con loro, e per lor fatta. Tra questi contrarj giudizj v’ha quel più cauto, che temendo da un lato i pericoli della rozzezza imprudente, o sciocca, dall’altro que’ della vanità, dell’ozio, dell’adulazione, dell’ascendente giunto talora al dispotismo sull’uomo, a quelle soltanto concedono i letterarj esercizj, che san volgerli a moderar le passioni, a sprezzar la bellezza non incolla, a piacer colle grazie, e l’ingegno a uno sposo che seppero far contento col dono d’un cuor amico, d’una dolcezza inalterabile, d’un ajuto costante ad ogni uopo.

Tal fu quella di cui vengo a parlare, di Paolina Suardo nome in Mantova illustre per un ramo di tal famiglia sin dal 1400. qui stabilito e poi spento.

Nacque ella nel 1746 e tre titoli ebbe sin dalla nascita ond’essere fortunata. La sua patria a quel tempo godea di gran libertà lungi da un Principe di cui mai non vedea la faccia, e godea di un’