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LA MUSOGONIA 101

     112Che di dolcezza un sasso avría diviso1.
Ed umile pigliar sembianza e panno
     L’ esortò di pastore e portamento.
     Villano e illiberal2 parea l’ inganno
     Al gran Tonante, e ne movea lamento.
     Oh! gli rispose quel fanciul tiranno,
     Oh! che dirai3, superbo e frodolento,
     Quando giovenco gli agenorei liti
     120Empirai di querele e di muggiti?
Quando di serpe vestirai la squamma,
     E or d’aquila le piume ora di cigno?
     Quando pioggia sarai, quando una fiamma,
     E l’erba calcherai con piè caprigno?
     Sí dicendo lo tocca e piú l’infiamma,
     E il bel labbro risolve4 in un sogghigno.
     Pensoso intanto di Saturno il figlio
     128Né mover chioma si vedea né ciglio.
Stavansi muti al suo silenzio i venti,
     Muta stava la terra e il mar profondo;
     Languía la luce delle sfere ardenti,
     Parea sospesa l’armonia del mondo.
     Allor l’idalio dio5 delle roventi
     Folgori gli togliea di mano il pondo,
     Arme fatali che trattar sol osa6
     136Giove e Palla Minerva bellicosa.
Ed or le tratta Amore, e nella mano
     Guizzar le sente irate, e non le teme7;


115. Vil troppo e illiberal (C. ’21).

126 Le rosee labbra aprendo in un sogghigno (C. ’21).

    «Che debbo io far? Che mi consigli, Amore?»

  1. Che di dolcezza ecc.: Forte espressione, che ha vigore dall’iperbole e può esser paragonata a questa di Dante (Par. vii, 17): «Raggiandomi d’un riso Tal, che nel fuoco farìa l’uomo felice».
  2. illiberal: indegno di lui.
  3. Oh che dirai ecc.: se oggi per questa tua prima frode amorosa (v. 148) ti è grave il trasformarti in pastore, e che sarà quando ti dovrai trasformare in toro per Europa, figlia di Agenore re de’ Fenici, in serpente per Proserpina, in aquila per Asteria, in cigno per Leda, in pioggia d’oro per Danae, in fuoco per Egina e in satiro per Antiope? Cfr. Ovidio Metam. VI, 103.
  4. risolve: scioglie, converte. Dell'Anguillara Metam. II, 89: «Oimè che appena la mia debil voce Nel mio debil parlar risolver posso».
  5. l'idalio dio: Amore, figlio di Venere, detta Idalia dalla città di questo nome nell’isola di Cipro, a lei sacra. Cfr. Plinio St. N. V, 35 e Virg. En. I, 681.
  6. che trattar sol osa ecc.: che di tutti gli dei sola Minerva può e sa, colla sua forza, maneggiare. Cfr., fra’ molti autori che il M. cita qui in appoggio del suo dire, Virgilio En. I, 42; Valerio Flacco Argon. IV, 670 ecc. ecc.
  7. Guizzar ecc: «Fra i pensieri dell’immortale Pikler uno ne fu trovato, quando egli venne a morire, disegnato in matita rossa, rappresentante Amore col fulmine in pugno in atto di scherzo.... Ho cercato di colorire in verso il detto pensiero, ed ora il restituisco con trasporto alla memoria di quel grand’uomo, sulla cui tomba la tenerezza di figlio mi fa spargere questo fiore di gratitudine». Mt. Cfr. la nota