È la chiamata da le afflitte genti
Sotto le spade barbare ne’ pianti,
L’aspettata da i popoli redenti
4Ne i segni a la vittoria sventolanti.
È il fior d’ Iesse che vinceva i lenti
Verni semiti, e i petali roranti
Di lacrimosa pieta apre a i portenti
8Trasfigurato ne gli elleni incanti.
Oh di che mira passïon percossa
Stiè l’alma a lo scultor, quando montare
11Dal greco avello de le tedesche ossa,
Benigna visïon che tutto ammalia
Il ciel d’intorno, ei vide su l’altare
14La nova e santa Venere d’Italia!