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intermezzo 527


8.


Va’, ditirambo mio triste e giocondo,
               Vola dove ti frulla.
Nulla tu cerchi per l’immenso mondo,
               284E non ci trovi nulla.

Nuova terra altri chieda o nuovo polo
               E lontani orizzonti:
Sol ch’io potessi riposare il volo
               288Su’ miei paterni monti!

Al sol che tra le selve snelle mira
               Co ’l tremolar de’ raggi,
Nel suol molle di musco che respira
               292Desii di fior selvaggi,

Giacciono i sogni miei, fanciulli stanchi
               Che s’addormîr piangenti:
Cantan tra verdi faggi e marmi bianchi
               296I ruscelli e i torrenti.

Per quell’angol di terra, ecco io darei
               Quale piú benedetto
Lembo di cielo occorra a’ versi miei
               300Quando faccio un sonetto;