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Dopo l’incomparabile primavera omerica, fiorita sulle coste luminose della Ionia, troviamo in terra propriamente ellenica, e precisamente nelle vallee della Beozia, una seconda fioritura: la poesia esiodea. Assai lontana dalla sublime arte di Omero, essa è tuttavia ricca di molteplici interessi; ma non riesce possibile parteciparli, anzi neppur sentirne l’importanza, e quasi direi, l’esistenza, qualora essa venga considerata a sé, avulsa dalle condizioni storiche che la determinano e la foggiano. Qui, come forse in nessun altro fenomeno della poesia greca è indispensabile il sussidio dell’erudizione.



Se cerchiamo di stringere in brevissime linee sintetiche l’immenso materiale della tradizione antica, e quello, che di giorno in giorno va crescendo, degli scavi e delle ricerche archeologiche, noi possiamo oggi concludere con sicurezza che i fattori etnici del popolo greco si possono comporre in tre gruppi principali.

I. Pelasgi. ― È il nome generico delle genti che troviamo sul suolo greco ai primi albori della storia. Un gran numero di tribú, ciascuna con un nome diverso. E che diversa